LEUCA: IN BARCA DAL COLLE JAPIGIO ALLA GROTTA DEL DRAGO

Il tratto di costa che dal colle Japigio porta alla Grotta del Drago è un percorso molto suggestivo, ricco di storia, bellezze naturali e architettura.
Sul colle possiamo ammirare il Santuario De Finibus Terra, roccaforte di fede; il faro, imponente e maestoso; la Colonna seicentesca; la Croce Pietrina; la Cascata monumentale.

Ai piedi del Colle troviamo Punta Meliso, che secondo una convenzione nautica è il punto di separazione fra la costa adriatica, ad est, e quella ionica, ad ovest.
Aggirata Punta Meliso e oltrepassato il porto, si vedono le Grotte Cazzafrì e la Grotta del Morigio, e il lungomare Cristoforo Colombo, con la sua successione di splendide ville dagli stili più disparati e le sue bagnarole.
Alle spalle di Villa Meridiana, al centro del lungomare, spicca la Chiesa di Cristo Re.

Al suo interno si possono ammirare numerosi finestroni istoriati con stemmi gentilizi. La struttura è in carparo locale. Notevoli i fasci di pilastri costolonati che sorreggono le crociere della volta e il pavimento in mosaico bicromo.
Iniziata nel 1896, è stata aperta al pubblico nel 1935; dal 1943 è officiata dai frati minori francescani.
Procedendo sempre verso la costa jonica, si incontra la Torre dell’Omo Morto, detta anche Torre Vecchia, costruita dai Gonzaga ai primi del XVI secolo. Il nome “Omo Morto” deriva dal fatto che antichi scritti riferiscono il ritrovamento qui di ossa umane, e che qui furono sepolti i cadaveri dei saraceni sconfitti a Leuca.

La passeggiata continua costeggiando il lungomare: ville, archi, la scogliera sempre più acuminata, il pontile o scalo degli inglesi, fino alla punta terminale del lungomare, detta anch’essa Punta dell’Omo Morto dall’omonima torre. Subito dopo si può notare il moderno ponte dello “scalo di Castrignano”, attraverso il quale si intravedono gli archi e le casupole bianche che costituiscono l’antico borgo dei pescatori.

Proseguendo verso Punta Ristola si può ammirare l’area della Grotta Porcinara, situata a 20 metri sul livello del mare. Punta Ristola è il lembo più estremo d’Italia. Il suo nome è dovuto alla forma del promontorio, simile appunto ad una piccola “cresta”, nome che in dialetto leuchese si traduce “rista”: da qui il nome “Ristola”.

Risalendo da qui la costa ionica, incontriamo la Grotta del Diavolo, la più grande di quelle che caratterizzano il litorale leucano. Da qui in poi la costa è tutta punteggiata di grotte, scavate dalle onde dello Ionio e abitate dall’uomo durante il Neolitico: la Grotta de Mesciu Scianni, la Grotta del Fiume, la Grotta del Presepe, la Grotta Titti, la Grotta Tre Porte, la Grotta dei Giganti e la Grotta della Stalla.

Superata la Grotta della Stalla, si vede una torre semidistrutta, denominata Torre Marchiello, da cui prende il nome il tratto di costa.
Procedendo sempre verso nord, si giunge alla Grotta del Drago, ultima delle grotte del litorale di Leuca.