LE GROTTE DI SANTA MARIA DI LEUCA

La costa di Leuca è punteggiata di grotte che hanno reso unica questa località. Ce ne sono circa trenta, ognuna delle quali porta un nome di fantasia.
In genere, per apprezzare al meglio la bellezza e la varietà di colori che assumono le acque, è preferibile visitare le grotte situate a levante con la luce del mattino e quelle situate a ponente nel pomeriggio, perché l’effetto delle rifrazioni luminose è molto più intenso e suggestivo.

Alcune delle grotte di Leuca sono molto conosciute, altre meno, ma tutte sono fonte di continuo interesse da parte di studiosi e vacanzieri.

GROTTA PORCINARA

Oltrepassata la Torre Vecchia, detta anche Torre dell’Omo Morto, c’è la più famosa delle grotte di Leuca: la grotta Porcinara.
Si erge a 20 metri sul livello del mare, a una cinquantina di metri di distanza dall’acqua. Si compone di tre antri intercomunicanti. A renderla così famosa è la presenza di numerose iscrizioni greche e latine nella stanza centrale e in quella occidentale, e di croci incise sulle pareti nella grande stanza orientale.
Sino a poco tempo fa le notizie su questa grotta erano scarse: si sapeva solo che fu un luogo dedicato al culto pagano e che poi, sotto la dominazione bizantina, fu utilizzato come tempio per i cristiani.
Ultimamente approfondite e rigorose ricerche archeologiche hanno fornito molte informazioni in più: dall’esame di alcuni reperti (monete, iscrizioni, ossa, ceneri, frammenti di vasi, alcuni dei quali iscritti) rinvenuti nella Grotta Porcinara, si è concluso che tutta la grotta e altri complessi (la Scala, le Nicchie e l’Escara) erano un luogo di culto molto frequentato dai pagani. Le varie iscrizioni, che esprimono preghiere, voti e ringraziamenti al Dio locale Batios, mostrano che il santuario era frequentato non solo dalla popolazione autoctona, ma anche da commercianti e naviganti per i quali Leuca, durante i loro viaggi, era tappa di approdo obbligatoria.

GROTTA DEL DIAVOLO

Nei pressi di punta Ristola si trova una caverna chiamata Grotta fredda o Grotta del diavolo: secondo un’antica tradizione qui si sentivano spesso cupi rimbombi, suoni quasi vulcanici, che la fantasia popolare attribuiva ai diavoli.
La Grotta del Diavolo è l’unica grotta alla quale si può accedere sia dal mare che dalla terra. È lunga 40 metri e larga 17 ed è divisa in tre parti.
L’ingresso principale è situato 16 metri sul livello del mare, ed ha un’apertura di 6 metri per 5 a Nord, sul dorso del promontorio. Esso si immette in un vestibolo di 13 metri, dal piano leggermente sottoposto. La parte centrale, a forma di arco, termina, dopo uno sviluppo di 20 metri, in un vestibolo inferiore, che declina quasi fino al livello del mare.

L’atrio, che costituisce la vera e propria caverna, si restringe sempre più verso il fondo, fino ad aprire due brevi vie che conducono direttamente al mare.
La grotta del Diavolo è di grande interesse paleontologico: studi effettuati sui reperti rinvenuti durante tutta l’escavazione (ossa, larve di molluschi, terrecotte, bruscoli di carbone, armi e utensili di selce o di ossa) hanno confermato l’ipotesi della presenza, nella grotta, dell’uomo primitivo.

GROTTE CAZZAFRI’

Subito dopo il molo di Santa Maria di Leuca, sotto l’Istituto Scarciglia, si trovano le Grotte Cazzafrì. Ciò che colpisce, di queste caverne, è l’armonia architettonica naturale degli archi, le colorazioni delle rocce e il mare cristallino. Addentrandosi con la barca nella cavità per circa 30 metri, si può godere di una piacevole frescura e dell’incanto di un’immensa volta ricca di stalattiti.
In fondo c’è un poggiolo, che permette un breve approdo e una sosta per un bagno refrigerante.

Il nome Cazzafrì, di derivazione probabilmente greca, significa “casa di spuma”, forse con riferimento alla spuma che il mare agitato produce quando si infrange nelle grotta.
Un tempo, prima della costruzione del porto, le grotte erano naturale rifugio per i pescatori sorpresi da improvvise tempeste. Al crepuscolo, quando la costa si dipinge di un rosso intenso, esse offrono uno spettacolo suggestivo indimenticabile.

GROTTA DEL MORIGIO

Accanto alle grotte Cazzafrì si trova la Grotta del Morigio, detta anche grotta degli innamorati, situata alle falde della cascata.
La grotta si chiama Morigio perché, secondo la tradizione, in questo luogo i Mori si accamparono per attaccare e distruggere Leuca.
Non ha niente di particolare: è una grotta nascosta cui si accede con difficoltà sia dalla terra che dal mare. Viene chiamata anche grotta degli innamorati perché è spesso frequentata da coppie che vi accedono dal mare nuotando sott’acqua.

GROTTA DEL FIUME

È la prima grotta del versante di ponente; viene detta “del Fiume” per la presenza di un rigagnolo di acqua dolce.
Larga una trentina di metri e altrettanto profonda, può essere visitata solo quando il mare è in bonaccia, perché vi si può accedere solo con la barca.

GROTTA DEL PRESEPE

E’ una grotta singolare e fantasiosa che, per le particolari somiglianze con lo scenario biblico, è denominata “del Presepe”.
La grotta è formata da una serie di archi bassi, entro i quali si passa solo quando il mare è calmo.
Le formazioni stalattitiche di varia grandezza e la trasparenza dei colori del fondo marino disegnano un quadro di rara bellezza naturale.

GROTTA TRE PORTE

Ad un centinaio di metri dalla grotta del Presepe, proseguendo verso nord, tre enormi aperture lasciano intravedere una grande cavità sommersa.
L’ampio vano è in parte diviso dal mare da due immensi pilastri; altri due archi collegano i pilastri alla scogliera laterale.
Sulla parete nord del vano interno della grotta si apre un cunicolo di modeste dimensioni, a circa 4 metri sul livello del mare.

Qui sono stati rinvenuti resti di ossa di elefante antico, di rinoceronte e di cervo. Il cunicolo si estende all’interno per circa 27 metri ed è detto Grotta del Bambino perché, tra i tanti reperti di fauna preistorica, è stato rinvenuto qui anche un molare umano, appartenuto a un bambino di circa 10 anni.
Tale molare costituisce il primo reperto tra i fossili neanderthaliani del Salento.

GROTTA DEI GIGANTI

La grotta è così chiamata perché qui sono stati rinvenuti ossa e denti di pachidermi.
È composta da un vestibolo immerso nell’acqua, dal quale si accede ad un vano spazioso e asciutto, posto all’altezza di 2 metri dal mare.
E’ una delle grotte più interessanti dal punto di vista paleontologico ed archeologico. Gli studi effettuati hanno dimostrato la presenza qui di giacimenti di industria musteriana.

Secondo il Blanc, la parte superiore della caverna, che costituisce una specie di palco di roccia, fu utilizzata nel IX secolo dopo Cristo per operarvi una sepoltura.
Da un esiguo lembo di terreno bruno-rossiccio sono state estratte varie ossa umane, qualche coccio bizantino e frammenti di un vasetto di vetro, assieme a cinque monete di bronzo, di Costantino VII (915-919) e di Romano I (919-921).

GROTTA DELLA STALLA

La Grotta della Stalla è chiamata così perché serviva da riparo ai pescatori sorpresi dalla burrasca. In realtà non si tratta di una, ma di due grotte, poste l’una accanto all’altra, entrambe molto interessanti dal punto di vista paleanyologico.
La più vistosa e appariscente è lunga 40 metri e larga 25. Entrambe le grotte sono perfette per una sosta e un bagno refrigerante.

GROTTA DEL DRAGO

La spettacolare Gotta del Drago ha un’imboccatura di 40 metri e una profondità di 60. È denominata così per una formazione che somiglia alla testa di un drago, scolpita sulla parete sinistra di chi vi accede.
Al suo interno si può ammirare un ciclopico pilone, che pare sorregga la volta spaziosa.